Dottor Google: il medico a portata di click

Chi di noi, almeno una volta, non ha usato Google per cercare informazione su un sintomo, un problema di salute o anche solo per avere dettagli su un qualche farmaco?

Con internet abbiamo un accesso immediato a qualunque tipo d’informazione in qualsiasi momento e luogo. Ci basta digitare la nostra domanda sulla barra di ricerca e con un click è fatta. 

Le ricerche di per sé possono essere utili, ma quando sono spinte dalla paura della malattia allora il loro effetto è sempre ansiogeno. In questi casi la ricerca viene fatta per avere informazioni sui medicinali, sui propri sintomi, farsi un’autodiagnosi e cercare  altri malati con esperienze simili per rassicurarsi dei propri timori. Il problema è che questa ricerca compulsiva finisce per amplificare, invece di placare, le paure e timori sulle malattie e sintomi. 

Questa pratica si è talmente diffusa negli ultimi anni che si è coniato un termine specifico: “cybercondria”, ovvero il bisogno irrefrenabile di ricercare informazioni sanitarie su Internet.

Effetti negativi del “Dottor Google”:

  1. effetto delega: ogni volta che ricerchiamo qualche sintomo su internet stiamo delegando a qualcosa di esterno, come internet o le rassicurazioni del medico, il controllo delle proprie percezioni. Più ne perdiamo il controllo e più ci sentiamo sopraffatti. 
  1. effetto conferma: come dice il proverbio: “chi cerca trova”. E su internet, dove i motori di ricerca sono programmati per darti le risposte che vuoi e confermare così i tuoi timori, si trova esattamente questo. In un certo senso inserire sulla barra di ricerca un timore che abbiamo è come mettersi a pregare per qualcosa che non vuoi. 
  1. effetto immedesimazione: quando si ricercano sintomi e disturbi è facile riconoscersi in diverse descrizioni, magari vaghe, finendo con l’autodiagnosticarsi un mucchio di disturbi uno diverso dall’altro. Ci si immedesima nei sintomi che si leggono. Questo tipo d’effetto porta ad amplificare le percezioni di malessere e i sintomi. 
    1. effetto gregge: è una sorta di suggestione di gruppo. Quando si finisce su forum o pagine dedicate allo scambio si finisce con condividere le proprie paure e assorbire quelle degli altri e questo ha l’effetto di un fertilizzante per la nostra paura. Così invece di stroncarla finiamo col rinvigorirla. Il fatto che altri condividono il nostro problema ci rafforza l’idea di averlo anche noi.
    1. effetto overload: ovvero un sovraccarico d’informazioni. Internet mette a disposizione infinite fonti di informazioni mediche che non fanno altro che mandarci in confusione, soprattutto perchè diventa difficile distinguere il vero dall’inattendibile. Tutto questo non rassicura, ma genera ancora più dubbi.

      Alcuni suggerimenti utili:

      Innanzitutto cerchiamo di tenere a mente due aspetti fondamentali ogni volta che facciamo una ricerca:

      • un sintomo, specialmente quelli più generici, possono essere associati a diverse patologie. Per questo è importante rivolgersi ad un medico che, attraverso opportune domande saprà indicare l’accertamento più opportuno da fare.
      • le esperienze degli altri possono farci sentire compresi, meno soli, ma non sono la nostra. Persone diverse con la medesima patologia possono reagire in modo diverso alla stessa terapia. Ogni persona è un caso specifico.

        Un’altra cosa importante da fare, specialmente se queste ricerche ci hanno preso la mano e vengono fatte più volte al giorno, sarebbe quello di limitarle ad un preciso momento della giornata e per un tempo definito. Così da lasciare libera la mente per il resto della giornata.

        Se questo darsi degli spazi precisi risulta difficile ed è una situazione che dura da un po’ allora probabilmente hai bisogno di un aiuto più specifico per riprendere il controllo. Un professionista può aiutarti ad affrontare il problema con tecniche calzate sul tuo modo personale di viverlo.

        Ricordati che puoi usufruire della terapia in studio oppure online, che ha la stessa efficacia di quella dal vivo.

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